Occorre premettere che l’abitazione rurale presentava un articolato quadro di tipologie, riconducibili ad un altrettanto articolato quadro socio economico. Riferendoci alla tipologia più diffusa diremo che la casa era in genere strutturata su due livelli: un piano terra – in parte abitativo (cucina) e in parte stalla e “fondi” (cantina, magazzino, ecc.) – e un piano superiore dove erano situate le camere da letto. Il locale dove si radunava il nucleo familiare per i pasti e trascorrere le serate – e i raduni di “veglia” – aveva, in molti casi, come soffitto un graticcio sul quale nei mesi autunnali trovavano posto le castagne per l’essiccazione. Il fuoco veniva anticamente acceso su un focolare centrale, prima dell’entrata in uso della stufa ” a due bocche” in ghisa. I servizi igienici erano quasi sempre situali all’esterno. La stalla era di norma collocata nella parte sottostante le camere da letto, in modo da sfruttare il calore animale e di fermentazione come fonti di riscaldamento. Solo a far capo dagli inizi del Novecento questo quadro abitativo iniziò a modificarsi per assumere caratteristiche prossime alle attuali.
Gran parte del contesto abitativo tradizionale sopra descritto è conservato integro nei locali domestici incontrati nel percorso di visita.